Cosa sono i numeri romani, da dove vengono e come si leggono?

Possiamo vedere i numeri romani intorno a noi: su monumenti ed edifici, sui quadranti degli orologi, sui timbri con la data del copyright alla fine dei programmi TV. Altrove, potrebbero aggiungere un certo grado di gravitas ai titoli dei monarchi e ai sequel dei film.

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Sebbene non ci siano premi per indovinare dove questi numeri furono sviluppati e ampiamente utilizzati – l’indizio è nel nome – le loro origini sono un po’ più oscure. Sembra che i Romani abbiano adottato il sistema numerico usato dagli Etruschi, anche se, a differenza degli Etruschi, hanno scelto di leggere da sinistra a destra, piuttosto che da destra a sinistra.

Un primo esempio esisteva sulla Colonna Rostrale di Gaio Duilio, eretta nel Foro Romano per commemorare una vittoria contro Cartagine nella battaglia di Mylae nel 260 aC. Un simbolo simile a (((I))) può essere visto più volte, ognuno dei quali rappresenta la somma ‘100.000’.

Che cosa sono i numeri romani?

Ci sono sette numeri romani in largo uso oggi: I, V, X, L, C, D e M, che rappresentano i numeri 1, 5, 10, 50, 100, 500 e 1.000, come indicato nella tabella sottostante.

Anche se l’idea fu presa dagli Etruschi, questi numeri romani non arrivarono completamente formati. Il sistema etrusco, oltre ad essere letto in senso inverso, usava anche diversi simboli, compresi diversi per i numeri più grandi che hanno sfidato la traduzione.

Né i numeri romani apparvero tutti allo stesso tempo. La L e la D romana (50 e 500) non apparvero fino agli ultimi anni della Repubblica, per esempio.

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Quali sono i numeri romani da 1 a 100?

I numeri che vedrai sul quadrante di un orologio, da 1 a 12, sono scritti in numeri romani come I, II, III, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X, XI e XII. Ecco un’altra tabella per arrivare fino a 100:

Come si leggono i numeri romani?

I numeri romani sono scritti da sinistra a destra, e devono essere letti in quella direzione, tenendo presente due regole sulla traduzione:

  • Quando un simbolo ha un valore minore di quello che lo segue, sottrarre il valore minore da quello maggiore
  • Quando il simbolo ha un valore uguale o maggiore di quello che lo segue, sommare i due

Così, per esempio, IX si traduce come nove, ma XI si legge come 11, e XX è 20.

Quando si hanno stringhe di numeri più lunghe, bisogna tenere conto di ogni gruppo di numeri separatamente e contarli alla fine. Così, mentre l’anno in cui la Magna Carta fu sigillata (1215) diventa un semplice MCCXV (1.000 + 100 + 100 + 10 + 5) l’anno in cui Giulio Cesare fu assassinato (44 a.C.) è scritto come XLIV, o ((50-10) + (5-1)).

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Questo contenuto è stato scritto per BBC History Revealed e pubblicato su HistoryExtra in MMXX (2020)

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