Improbabile ricerca: anche i coyote storpi vi lasceranno nella polvere

Running Speeds of Crippled Coyotes si è presentato nel 1976, in una rivista chiamata Northwest Science. Troverete pochi studi scientifici che raccontano la loro storia in modo così chiaro ed efficace. Bruce C. Thompson, del dipartimento di pesca e fauna selvatica della Oregon State University, ha scritto tutto quello che aveva da dire in due semplici pagine.

Contiene poco gergo o linguaggio, e nessuna metafora intelligente. Quando lo studio parla di coyote storpiati, intende esattamente questo: coyote che sono storpiati.

Thompson inizia con un po’ di storia, quanto basta per sapere che altre persone, in passato, hanno passato del tempo a pensare alla velocità di corsa dei coyote. Allude a studi vecchi di decenni, condotti da scienziati di nome Cottam, Sooter e Zimmerman, che “riportavano le velocità di corsa di coyote presumibilmente non feriti inseguiti dalle auto”.

Thompson porta qualcosa di nuovo sul tavolo (per così dire): “Il 21, 22 e 23 ottobre 1974, ho registrato le velocità di corsa di tre coyote intrappolati selvaggiamente che avevano perso l’uso di una zampa a causa dei danni di una trappola d’acciaio”.

Come ha fatto esattamente Thompson? Ve lo dice in poche frasi: “Durante i test, i coyote sono stati liberati dalle loro gabbie singolarmente e lasciati correre lungo la recinzione perimetrale del recinto. Ogni giorno i coyote sono stati cronometrati con un cronometro mentre correvano tre percorsi misurati lungo la recinzione perimetrale. Quando un coyote si avvicinava al punto di partenza di ogni percorso, inseguivo l’animale a piedi a una distanza compresa tra 45 e 70 metri.”

Thompson ha anche misurato la velocità di corsa di un coyote che aveva tutto il suo equipaggiamento originale. Nella sua corsa migliore, quell’animale aveva una velocità di poco meno di 32 miglia all’ora. Uno degli animali azzoppati lo eguagliava quasi esattamente, nonostante la mancanza del piede destro. Gli altri coyote con tre piedi hanno raggiunto le migliori velocità di 22,5 miglia orarie e 25,4 miglia orarie, rispettivamente. (I coyote corposi inseguiti da auto a quattro ruote decenni prima, tra l’altro, correvano molto più velocemente di quello inseguito negli anni ’70 dal Bruce Thompson a due zampe.)

Thompson ha prestato attenzione anche allo stile. “Anche se i coyote azzoppati occasionalmente entravano in contatto con il terreno con la loro appendice danneggiata”, scrisse, “in genere regolavano la loro falcata per evitare il contatto con il terreno. La falcata regolata risultava in un notevole movimento di rimbalzo quando i coyote storpi correvano.”

La monografia di Bruce Thompson fa riferimento, di sfuggita, ad uno studio del 1939 intitolato “Abitudini alimentari dei coyote con la gamba di legno”, di Charles C. Sperry dell’U.S. Biological Survey’s Food Habits Laboratory in Colorado. Anche Sperry sapeva come raccontare una storia. Chi potrebbe resistere a questo inizio: “Durante gli ultimi due anni, 164 stomaci di coyote dalle zampe di legno che contenevano resti di cibo sono stati ottenuti e il loro contenuto è stato esaminato nel laboratorio di Denver.”

Salterò le altre parti buone di Sperry, e arriverò direttamente alla sua emozionante conclusione: “Si noterà che due coyote dalle zampe di legno mangiano tanto bestiame quanto tre coyote normali”

(Grazie a Sally Shelton per aver portato questo alla mia attenzione.)

– Marc Abrahams è editore del bimestrale Annals of Improbable Research e organizzatore del premio Ig Nobel

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