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Il Concordato di Worms 1122

La capitolazione di Pachal II a Enrico V non durò. La prima fase della lotta papale-imperiale del Medioevo si concluse solo con il Concordato di Worms del 1122. Al re fu riconosciuto il diritto di investire i vescovi di autorità secolare, ma non di autorità sacra. La lotta, tuttavia, sarebbe continuata.

Privilegio di Papa Callisto II

Io, vescovo Callisto, servo dei servi di Dio, concedo al tuo amato figlio, Enrico – per grazia di Dio augusto imperatore dei Romani – che le elezioni dei vescovi e degli abati del regno tedesco, che appartengono al regno, abbiano luogo in tua presenza, senza simonia e senza alcuna violenza; in modo che se sorgesse qualche discordia tra le parti interessate, tu, con il consiglio o il giudizio del metropolita e dei coprovinciali, possa dare consenso e aiuto alla parte che ha più diritto. L’eletto, inoltre, senza alcuna esazione può ricevere da te le regalie attraverso la lancia, e ti farà per queste ciò che gli spetta di diritto. Colui che sarà consacrato nelle altre parti dell’impero (cioè la Borgogna e l’Italia) riceverà entro sei mesi, senza alcun esborso, le insegne da te attraverso la lancia, e farà per queste ciò che gli spetta di diritto. Tranne tutte le cose che notoriamente appartengono alla chiesa romana. Per quanto riguarda, invece, le questioni di cui ti lamenti con me e per le quali chiedi aiuto, io, secondo il dovere del mio ufficio, ti fornirò aiuto. Io do a te la vera pace e a tutti coloro che sono o sono stati dalla tua parte nel tempo di questa discordia.

Editto dell’imperatore Enrico V

Nel nome della santa e indivisibile Trinità, io, Enrico, per grazia di Dio augusto imperatore dei Romani, per amore di Dio e della santa chiesa romana e del nostro maestro papa Callisto, e per la guarigione della mia anima, rimetto a Dio, e ai santi apostoli di Dio, Pietro e Paolo, e alla santa chiesa cattolica, ogni investitura tramite anello e bastone; e concedo che in tutte le chiese che sono nel mio regno o impero ci sia l’elezione canonica e la libera consacrazione. Tutti i beni e le regalie di San Pietro che, dall’inizio di questa discordia fino ad oggi, sia al tempo di mio padre che al mio, sono stati sottratti, e che io possiedo: Io restituisco alla stessa santa Chiesa romana. Quanto poi a quelle cose che io non detengo, contribuirò fedelmente alla loro restaurazione. Quanto ai beni di tutte le altre chiese e principi, e di tutti gli altri laici e chierici che sono andati perduti in quella guerra, secondo il consiglio dei principi, o secondo giustizia, restituirò le cose che possiedo; e di quelle che non possiedo aiuterò fedelmente alla restituzione. E concedo la vera pace al nostro maestro papa Callisto, alla santa Chiesa romana e a tutti coloro che sono o sono stati dalla sua parte. E nelle questioni in cui la santa Chiesa romana chiederà aiuto, io lo concederò; e nelle questioni di cui essa si lamenterà con me, io le concederò debitamente giustizia.

in MG LL folio II, pp. 75 ss, tradotto in Ernest F. Henderson, Select Historical Documents of the Middle Ages, (London: George Bell and Sons, 1910), 408-409

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(c)Paul Halsall Jan 1996
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