La guerra dei sette anni

Gli interessi delle potenze europee

Il re Giorgio II di Gran Bretagna era appassionatamente devoto ai possedimenti continentali della sua famiglia, ma i suoi impegni in Germania erano controbilanciati dalle richieste delle colonie britanniche oltremare. Se la guerra contro la Francia per l’espansione coloniale doveva essere ripresa, allora l’Hannover doveva essere assicurato contro l’attacco franco-prussiano. La Francia era molto interessata all’espansione coloniale ed era disposta a sfruttare la vulnerabilità dell’Hannover in guerra contro la Gran Bretagna, ma non aveva alcun desiderio di deviare le forze verso l’Europa centrale per il bene della Prussia. La politica francese era, inoltre, complicata dall’esistenza del Secret du roi, un sistema di diplomazia privata condotto dal re Luigi XV. All’insaputa del suo ministro degli esteri, Luigi aveva creato una rete di agenti in tutta Europa con lo scopo di perseguire obiettivi politici personali che spesso erano in contrasto con le politiche dichiarate pubblicamente dalla Francia. Gli obiettivi di Luigi per il Secret du roi includevano il tentativo di conquistare la corona polacca per il suo parente Luigi Francesco di Borbone, principe di Conti, e il mantenimento di Polonia, Svezia e Turchia come stati clienti della Francia in opposizione agli interessi russi e austriaci.

George II

George II, particolare di un dipinto a olio di Thomas Hudson, 1737 circa; nella National Portrait Gallery, Londra.

Per gentile concessione della National Portrait Gallery, Londra

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Il 2 giugno 1746, Austria e Russia conclusero un’alleanza difensiva che copriva il loro territorio e la Polonia contro gli attacchi della Prussia o della Turchia. Hanno anche concordato una clausola segreta che prometteva la restituzione della Slesia e della contea di Glatz (ora Kłodzko, Polonia) all’Austria in caso di ostilità con la Prussia. Il loro vero desiderio, tuttavia, era quello di distruggere completamente il potere di Federico, riducendo il suo dominio al suo elettorato di Brandeburgo e dando la Prussia orientale alla Polonia, uno scambio che sarebbe stato accompagnato dalla cessione del ducato polacco di Curlandia alla Russia. Aleksey Petrovich, Graf (conte) Bestuzhev-Ryumin, gran cancelliere di Russia sotto l’imperatrice Elisabetta, era ostile sia alla Francia che alla Prussia, ma non poteva convincere lo statista austriaco Wenzel Anton von Kaunitz a impegnarsi in progetti offensivi contro la Prussia finché la Prussia poteva contare sul sostegno francese.

Frederick il Grande vide la Sassonia e la Prussia occidentale polacca come potenziali campi di espansione, ma non poteva aspettarsi il sostegno francese se avesse iniziato una guerra aggressiva per esse. Se si fosse unito ai francesi contro gli inglesi nella speranza di annettere l’Hannover, avrebbe potuto cadere vittima di un attacco austro-russo. L’elettore ereditario di Sassonia, Federico Augusto II, era anche re elettivo della Polonia come Augusto III, ma i due territori erano fisicamente separati dal Brandeburgo e dalla Slesia. Nessuno dei due stati poteva porsi come una grande potenza. La Sassonia era solo un cuscinetto tra la Prussia e la Boemia austriaca, mentre la Polonia, nonostante la sua unione con le antiche terre della Lituania, era preda di fazioni filofrancesi e filorusse. Uno schema prussiano per compensare Federico Augusto con la Boemia in cambio della Sassonia presupponeva ovviamente un’ulteriore spoliazione dell’Austria.

Frederick II

Frederick II, dipinto nel Castello di Miramare, Trieste, Italia.

Archivo Iconografico, S.A./Corbis

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