Se hai sperimentato un lampo di riconoscimento mentre fai qualcosa – accarezzare un gatto, guardare un film, entrare in una casa dove sai di non essere mai stato prima – hai sperimentato lo sconcertante fenomeno psicologico del déjà vu. È una sensazione improvvisa, spesso di breve durata, che suggerisce che hai già vissuto la tua situazione attuale, e la stai ricordando vividamente, anche quando sai di non averlo fatto. Il déjà vu è una stranezza psichiatrica estremamente comune, che si verifica in circa il 60% della popolazione. E capire come funziona il déjà vu potrebbe far luce sulle funzioni della memoria umana e del nostro cervello complesso.
“Anche se le ragioni dietro al perché le persone sperimentano il déjà vu non sono ancora pienamente comprese, negli ultimi due decenni, sono stati fatti grandi progressi scientifici verso la sua comprensione”, dice a Bustle Anne Cleary Ph.D., capo dello Human Memory Lab alla Colorado State University.
Il déjà vu è entrato per la prima volta nei circoli scientifici nel 1876, quando il filosofo francese e investigatore del paranormale Émile Boirac coniò il termine in una lettera. Freud pensava che fosse provocato da desideri repressi (perché ovviamente è così), la sequenza della madeleine di Marcel Proust è basata su di essa, e i creatori della trilogia di Matrix hanno reso la sensazione un segno di un “glitch” nel mondo artificiale. Si dà il caso che la verità potrebbe non essere molto meno bizzarra.
È possibile che ci siano diversi tipi di déjà vu creati da situazioni diverse, e che non capiremo appieno i meccanismi e come interagiscono fino a quando non si faranno molti più esperimenti. Per il momento, però, non preoccupatevi se sperimentate un déjà vu qualche volta all’anno. Non sei perseguitato o hai una premonizione. Alcune parti del tuo cervello stanno solo mettendo brevemente un ricordo nella casella sbagliata.
Esperti:
Anne M. Cleary Ph.D.
Sanam Hafeez Psy.D.
Studi:
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