Il processo della Brexit è un affare complicato. È passato un anno da quando i britannici hanno votato per lasciare l’Unione europea. Ma in che modo la controversa decisione della Gran Bretagna e la sua gestione della situazione finora ha influenzato la visione degli altri paesi dell’UE sull’Unione con sede a Bruxelles? L’incertezza affrontata dal governo britannico ha convinto gli altri a rimanere fermi, o vogliono seguire l’esempio e avere una Frexit, Spexit, Grexit, ecc?
Un recente sondaggio del Pew Research Centre ha raccolto le opinioni di quasi 10.000 persone di 10 paesi europei tra cui Francia, Paesi Bassi, Spagna, Germania, Polonia, Svezia, Italia, Grecia, Ungheria e Regno Unito. Lo scopo del sondaggio era di scoprire gli atteggiamenti verso la Brexit e l’UE da tutta Europa. Il sondaggio ha interrogato gli intervistati su argomenti come il fatto che vorrebbero un proprio referendum e se pensano che la Brexit sia positiva o negativa per la Gran Bretagna e gli altri paesi membri.
Un punto chiave emerso dal sondaggio è che le lotte e le battute d’arresto già affrontate dal Regno Unito a seguito della decisione del “Leave” possono aver evidenziato agli altri membri quanto sia preziosa l’Unione. L’approvazione pubblica dell’UE è aumentata significativamente rispetto a un anno fa, con maggioranze in 9 paesi su 10 che hanno una visione favorevole dell’organizzazione. Le maggiori maggioranze pro UE sono state trovate in Polonia (74%) e Germania (68%). Persino il Regno Unito, da cui ci si aspetterebbe una visione più sfavorevole, ha avuto il 54% degli intervistati che hanno detto di vedere l’UE in una luce positiva.
L’eccezione è stata la Grecia, dove solo il 33% degli intervistati ha espresso approvazione per l’UE (il rapporto propone che questo è possibile perché l’organizzazione ha imposto l’austerità al paese).
Può anche non essere una sorpresa che gli intervistati più giovani – quelli che non hanno mai sperimentato cosa vuol dire vivere in un paese indipendente dall’UE – per lo più hanno visto l’Unione positivamente. Tuttavia, il consenso generale in tutti i paesi è che gli intervistati non sono impressionati dalla gestione dell’UE delle questioni economiche e dei rifugiati.
Le risposte più interessanti del sondaggio provengono probabilmente dalla Spagna. Più di ogni altro paese coinvolto nel sondaggio, la Spagna ha accolto l’idea di avere un proprio referendum sull’UE. I risultati hanno mostrato che il 65% degli spagnoli sosterrebbe un referendum in cui gli elettori potrebbero scegliere se lasciare o rimanere nell’UE. In tutti i paesi ammissibili (non il Regno Unito), una media del 53% dei partecipanti ha detto di volere il proprio voto.
Tuttavia, questo entusiasmo spagnolo per il voto non sembra essere spronato dal desiderio di seguire le orme della Gran Bretagna; alla domanda se pensano che il loro paese dovrebbe lasciare l’UE, solo il 13% degli spagnoli ha risposto sì (la media di tutti i paesi era del 18%). E questa cifra è molto più bassa rispetto ai due paesi con le più alte percentuali di potenziali elettori di sinistra; Grecia e Italia, entrambe con il 35 per cento degli intervistati che esprimono il desiderio di separarsi dall’UE.
La visione generale negativa della Spagna sull’uscita dall’UE è stata ulteriormente riflessa in altre statistiche, con il 70 per cento che crede che la Brexit sia un male per il Regno Unito e il 78 per cento che è un male per l’UE.
Il rapporto suggerisce che il forte desiderio di un referendum (da parte della Spagna e degli altri paesi membri) può essere un riflesso della frustrazione che molti sentono sul fatto che Bruxelles prenda mai effettivamente nota delle loro preoccupazioni.
Quindi, se vivete in Spagna, potreste dovervi preparare per un referendum UE nel prossimo futuro.
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