Nell’agosto 1983, Lara, che apparteneva al Nuovo Liberalismo creato da lui e Luis Carlos Galán, fu nominato dal presidente Belisario Betancur ministro della Giustizia, sostituendo Bernardo Gaitán Mahecha. Lara, insieme a Galán, denunciò pubblicamente i cartelli della droga, soprattutto a Medellín, dove il cartello era guidato da Escobar. Quando Escobar fu eletto al Congresso, Lara lo denunciò, citando il suo legame con i cartelli della droga. Lara ha anche denunciato Escobar e il cartello per aver influenzato la politica e lo sport attraverso la corruzione. Questo fece scattare una trappola da parte di alcuni politici, trafficanti di droga e giornalisti che erano minacciati dalla crescita esplosiva di Lara nel governo e soprattutto nella lotta al narcotraffico. Jairo Ortega, alleato di Escobar al Congresso, presentò alla camera un assegno (che alla fine si dimostrò falsificato), presumibilmente emesso dal noto narcotrafficante Evaristo Porras. Questo, oltre a una conversazione registrata tra Lara e Porras, ha fatto sì che molti mettessero in dubbio la legittimità di Lara. Il presidente Betancur, tuttavia, respinse le accuse e mantenne Lara in carica.
Dopo che il presunto legame tra Lara e i cartelli della droga fu screditato, il governo iniziò a scoprire gli affari loschi del cartello di Medellín, in particolare Escobar. Escobar fu espulso dal Congresso e il suo visto per gli Stati Uniti fu cancellato. Il ministro andò oltre, rilanciando le accuse penali contro Escobar e altri signori della droga, come Carlos Lehder. Lara ordinò anche il sequestro di centinaia di aerei e proprietà che erano presumibilmente usati per la produzione e distribuzione di sostanze illegali. Mentre il Congresso discuteva l’approvazione di un trattato di estradizione con gli Stati Uniti, Escobar e i suoi alleati cercarono di risolvere i loro problemi eliminando fisicamente Lara.