Ultima Cena

Soggetto

Il soggetto dell’Ultima Cena era una scelta popolare per le pareti del refettorio di monasteri e conventi nell’Italia del XV secolo, dove suore e monaci potevano consumare i loro pasti in presenza del pasto finale di Gesù. La versione di Leonardo appare ordinata, con Gesù al centro di un ampio tavolo e gli Apostoli alla sua sinistra e destra. Indossa le tradizionali vesti rosse e blu e ha la barba, ma Leonardo non gli ha dato la consueta aureola. Alcuni studiosi hanno proposto che la luce dalla finestra dietro di lui serva questo ruolo o che le linee implicite del frontone sopra la finestra creino l’illusione di un’aureola. Altri studiosi hanno sostenuto che l’attributo mancante può anche suggerire che Gesù è ancora un essere umano, che, come tale, sopporterà il dolore e la sofferenza della Passione.

La scena non è un momento congelato ma piuttosto una rappresentazione di momenti successivi. Gesù ha dichiarato il suo prossimo tradimento e gli apostoli reagiscono. Filippo, che sta nel gruppo alla sinistra di Gesù, fa un gesto verso di sé e sembra dire: “Non sono io, Signore? Gesù sembra rispondere: “Colui che ha intinto la mano nella coppa con me mi tradirà” (Matteo 26:23). Simultaneamente, Gesù e Giuda, che siede con il gruppo alla destra di Gesù, allungano la mano verso lo stesso piatto sul tavolo tra loro, un atto che segna Giuda come il traditore. Gesù gesticola anche verso un bicchiere di vino e un pezzo di pane, suggerendo l’istituzione del rito della Santa Comunione.

La serena compostezza di Gesù, con la testa e gli occhi abbassati, contrasta con l’agitazione degli Apostoli. Le loro diverse posture si alzano, si abbassano, si estendono e si intrecciano pur rimanendo organizzati in gruppi di tre. Giacomo il Maggiore, alla sinistra di Cristo, getta le braccia in avanti con rabbia, mentre l’incredulo Tommaso, accovacciato dietro Giacomo, punta in alto e sembra chiedere: “È questo il piano di Dio? Il suo gesto anticipa la sua successiva riunione con il Cristo risorto, un momento che è stato spesso rappresentato nell’arte con Tommaso che usa le sue dita per toccare le ferite di Cristo dalla crocifissione per sedare i suoi dubbi. Pietro, che è identificato dal coltello che ha in mano e che più tardi userà per tagliare l’orecchio di un soldato che tenta di arrestare Gesù, si muove verso il mite Giovanni, che siede alla destra di Gesù e sembra svenire. Giuda, afferrando la borsa che contiene la sua ricompensa per aver identificato Gesù, si allontana da Pietro, apparentemente allarmato dalla rapida azione dell’altro apostolo.Il resto degli apostoli sembra mormorare, addolorarsi e discutere tra loro.

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Il pasto si svolge in una stanza quasi austera in modo che lo spettatore si concentri sull’azione che si svolge in primo piano. Arazzi scuri rivestono le pareti su entrambi i lati, mentre la parete di fondo è dominata da tre finestre che si affacciano su un paesaggio ondulato che ricorda la campagna milanese. Leonardo ha rappresentato lo spazio usando la prospettiva lineare, una tecnica riscoperta nel Rinascimento che impiega linee parallele che convergono in un singolo punto di fuga per creare l’illusione della profondità su una superficie piatta. Ha posto il punto di fuga alla tempia destra di Gesù, attirando così l’attenzione dello spettatore verso il soggetto principale. Sebbene la prospettiva lineare sembri un metodo sistematico per creare l’illusione dello spazio, è complicata dalla sua dipendenza da un singolo punto di osservazione. Qualsiasi posizione di osservazione diversa dal punto di osservazione rivela uno spazio dipinto leggermente distorto. Più tardi, gli studiosi hanno scoperto che il punto di osservazione dell’Ultima Cena è a circa 15 piedi (4,57 metri) da terra. Leonardo ha probabilmente scelto questa altezza relativamente alta perché il bordo inferiore del dipinto è a 2,44 metri da terra e usare un punto di osservazione dal pavimento avrebbe significato che gli spettatori avrebbero potuto vedere solo la parte inferiore della tavola, non l’azione che si svolgeva sopra. Di conseguenza, lo spazio dipinto dell’Ultima Cena appare sempre visivamente in contrasto con lo spazio del refettorio. È uno dei tanti paradossi visivi che gli studiosi hanno osservato sul dipinto. Hanno anche notato che la tavola è troppo grande per stare nella stanza raffigurata, eppure non è abbastanza grande per far sedere i 13 uomini, almeno non lungo i tre lati dove sono collocati. La scena, così apparentemente semplice e organizzata, è una risoluzione sconcertante alla sfida di creare l’illusione di uno spazio tridimensionale su una superficie piatta.

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