Spettacoli

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Tutti nei media sono preoccupati per il futuro dei media.

Solo nell’ultima settimana, Gannett ha detto che avrebbe tagliato il 2% della sua forza lavoro dalle proprietà tra cui USA Today. Il Wall Street Journal sta offrendo dei buyout e probabilmente seguiranno dei licenziamenti. Tagli al personale del New York Times, e così via … fino al parco giochi preferito dai media, Twitter, che ha confermato questa settimana che licenzierà circa 350 persone (e ha bruscamente ucciso il sito di micro-video preferito dai fan, Vine, per lo sgomento di, beh, pochi fedeli).

Ma la vera domanda qui è se si dovrebbe essere preoccupati per il futuro dei media. È un po’ egoistico, lo so, per noi sederci qui e torcerci le mani su questo – specialmente perché un sondaggio Gallup del mese scorso ha trovato una fiducia storicamente bassa nei media, scritto in grande.

E tuttavia, è ancora importante quando e come si ottiene l’informazione in modo affidabile. E queste fonti, come notato sopra, sono in difficoltà finanziarie o stanno effettivamente diminuendo in numero abbastanza rapidamente.

Una statistica spesso citata? Sei compagnie possiedono più del 90% dei media, da più di 50 nel 1984. La proposta di fusione AT&T/Time Warner potrebbe solo aggravare il problema – oltre a permettere ad un’altra enorme compagnia di distribuzione di essere anche responsabile del contenuto (l’altra è, ovviamente, Comcast/NBC Universal).

Questo tipo di consolidamento dei media è, in una parola, cattivo.

E’ parte della ragione per cui i media di massa cercano valutazioni e click piuttosto che il calibro – ed è per questo che la gente non si fida dei media. È anche, probabilmente, il motivo per cui corporazioni come Gannett sono diventate così grandi da dover licenziare persone solo per rimanere a galla, il che a sua volta danneggia il business delle notizie, il che a sua volta danneggia tutti noi – non solo quelli di noi seduti qui a chiedersi del proprio lavoro.

E in cima a tutto questo, c’è una carenza di avocado, così non posso nemmeno affogare le mie pene da reporter in guacamole e margaritas. Beh, posso avere il margarita, ma non sarà lo stesso.

Hm, forse mi sentirei meglio se tornassi a pensare alle elezioni.

Zeynep Tufekci, professore associato alla Scuola di Informazione della University of North Carolina Chapel Hill, si è seduto con noi per discutere questo crescente consolidamento dei media e cosa significa per tutti noi e l’informazione che consumiamo.

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